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Quella di illuminazione di emergenza può sembrare una nozione facilmente intuibile, ma in realtà non è così scontata. Con questa espressione si intende l’illuminamento realizzato con un impianto la cui sorgente sia indipendente dalla rete e finalizzato a entrare in funzione quando l’alimentazione dell’illuminazione normale viene a mancare, in diversi ambienti: locali pubblici e destinati all’entertainment (come cinema o teatri), ma anche luoghi di lavoro. Non si tratta, quindi, soltanto di scegliere e installare dei corpi illuminanti: si tratta di salvaguardia dell’incolumità delle persone. 

Illuminazione di sicurezza e illuminazione di riserva sono parti di quella di emergenza: la prima è finalizzata a ridurre il rischio durante un’evacuazione assicurando orientamento e condizioni visive sufficienti a trovare facilmente i dispositivi quali gli estintori, qualora dovessero servire, e a lasciare l’edificio. Rientra in questa fattispecie, ad esempio, l’illuminazione destinata a evidenziare vie di esodo, uscite d’emergenza e aree ad alto rischio. Con illuminazione di riserva si intende, invece, l’illuminamento destinato a consentire di continuare o terminare la normale attività senza particolari cambiamenti.  

Per non sbagliare, con tutte le conseguenze che un errore può ingenerare, per la consulenza, la scelta e l’installazione rivolgiti sempre a uno staff di professionisti affidabile che conoscano i criteri pratici che regolano la realizzazione dell’impianto e le caratteristiche tecniche dei prodotti. È preferibile, ad esempio, che gli apparecchi destinati all’illuminazione di emergenza abbiano un design sobrio che attiri l’attenzione soltanto in caso di necessità senza dare nell’occhio durante l’attività ordinaria. Ma è vitale soprattutto rivolgersi a esperti che si destreggino nella normative di riferimento: la normativa europea viene recepite da leggi possono anche essere declinate a secondo l’ambiente che si va a illuminare o al tipo di impiego. La norma di riferimento è la UNI EN 1838 e prescrive requisiti minimi che l’impianto deve soddisfare. L‘illuminazione di sicurezza deve segnalare le vie di esodo in modo che siano facilmente identificabili e possano essere agevolmente seguite fino al «luogo sicuro». Inoltre, in merito alla manutenzione la normativa europea impone, inoltre, controlli periodici per verificare che gli apparecchi deputati all’illuminazione di emergenza funzionino nella maniera corretta.  

Quella di illuminazione di emergenza può sembrare una nozione facilmente intuibile, ma in realtà non è così scontata. Con questa espressione si intende l’illuminamento realizzato con un impianto la cui sorgente sia indipendente dalla rete e finalizzato a entrare in funzione quando l’alimentazione dell’illuminazione normale viene a mancare, in diversi ambienti: locali pubblici e destinati all’entertainment (come cinema o teatri), ma anche luoghi di lavoro. Non si tratta, quindi, soltanto di scegliere e installare dei corpi illuminanti: si tratta di salvaguardia dell’incolumità delle persone. 

Illuminazione di sicurezza e illuminazione di riserva sono parti di quella di emergenza: la prima è finalizzata a ridurre il rischio durante un’evacuazione assicurando orientamento e condizioni visive sufficienti a trovare facilmente i dispositivi quali gli estintori, qualora dovessero servire, e a lasciare l’edificio. Rientra in questa fattispecie, ad esempio, l’illuminazione destinata a evidenziare vie di esodo, uscite d’emergenza e aree ad alto rischio. Con illuminazione di riserva si intende, invece, l’illuminamento destinato a consentire di continuare o terminare la normale attività senza particolari cambiamenti.  

Per non sbagliare, con tutte le conseguenze che un errore può ingenerare, per la consulenza, la scelta e l’installazione rivolgiti sempre a uno staff di professionisti affidabile che conoscano i criteri pratici che regolano la realizzazione dell’impianto e le caratteristiche tecniche dei prodotti. È preferibile, ad esempio, che gli apparecchi destinati all’illuminazione di emergenza abbiano un design sobrio che attiri l’attenzione soltanto in caso di necessità senza dare nell’occhio durante l’attività ordinaria. Ma è vitale soprattutto rivolgersi a esperti che si destreggino nella normative di riferimento: la normativa europea viene recepite da leggi possono anche essere declinate a secondo l’ambiente che si va a illuminare o al tipo di impiego. La norma di riferimento è la UNI EN 1838 e prescrive requisiti minimi che l’impianto deve soddisfare. L‘illuminazione di sicurezza deve segnalare le vie di esodo in modo che siano facilmente identificabili e possano essere agevolmente seguite fino al «luogo sicuro». Inoltre, in merito alla manutenzione la normativa europea impone, inoltre, controlli periodici per verificare che gli apparecchi deputati all’illuminazione di emergenza funzionino nella maniera corretta.  

Illuminazione strade. Approfondimento a cura del reparto progettazione Light Team:

Nel linguaggio comune menzioniamo diversi tipi di strade: di servizio, urbana, tangenziale, pedonale… per quanto riguarda la loro illuminazione esiste però nomenclatura precisa e una differenza tra «zone di studio» e «categorie illuminotecniche».

La normativa di riferimento in merito, la UNI 11248 del 2016, riporta una suddivisione in zone di studio, espressione con cui s’intendono quelle parti di strada che devono essere prese in considerazione per la progettazione dell’impianto d’illuminazione: a traffico veicolare, per dispositivi rallentatori, piste ciclabili, attraversamenti pedonali, eccetera.

Seguendo inoltre la classificazione del codice della strada, la norma definisce anche le diverse categorie illuminotecniche, nozione finalizzata a stabilire la classe illuminotecnica delle diverse zone del territorio comunale. Attraverso criteri quali limiti di velocità e localizzazione, la norma identifica differenti classi di strade quali: autostrade, strade extraurbane, strade urbane, strade locali, eccetera. Ai fini del progetto è cruciale stabilire la corretta categoria illuminotecnica perché la norma prevede che il flusso luminoso possa mutare al mutare delle fasce orarie o del traffico.

In questo quadro normativo particolarmente importante è la funzione del progettista che ha l’obbligo d’individuare zone di studio, categorie illuminotecniche e analizzarne i rischi: affìdati ai Lighting Solver di Light Team e i nostri esperti ti affiancheranno nello sviluppo dell’illuminazione pubblica.

La UNI 11248 è innovativa e lungimirante in quanto punta al risparmio energetico e alla riduzione dell’inquinamento luminoso: nell’applicare la norma il progettista interverrà quindi sull’illuminazione stradale in modo economicamente ottimale, garantendo una migliore conservazione dei corpi illuminanti e l’ottimizzazione energetica.

Una soluzione interessante è l’Adaptive Lighting, cioè l’illuminazione stradale adattiva. Attraverso l’installazione di sensori, questa permette di regolare il flusso luminoso emesso dai corpi illuminanti installati a seconda del traffico, alle condizioni meteo e/o all’orario di accensione. L’illuminazione adattiva evita inutili sprechi di energia, perché la luminosità si assesta automaticamente in base alle condizioni, e grazie a questo sistema le lampade a LED riescono ad assicurare un risparmio tra il 20 e il 35%.

Una configurazione più semplice, in anello aperto, si basa invece sull’uso della cosidetta mezzanotte virtuale. Dopo un ciclo di accensioni gli alimentatori dei prodotti si tarano da sé in modo da diminuire il flusso luminoso per un periodo di tempo che inizia due ore prima della mezzanotte, per terminare tra le quattro e le sei ore dopo. In alcuni casi questo profilo è modificabile dall’utente per adattarlo alle reali esigenze illuminotecniche della strada.

Illuminazione strade. Approfondimento a cura del reparto progettazione Light Team:

Nel linguaggio comune menzioniamo diversi tipi di strade: di servizio, urbana, tangenziale, pedonale… per quanto riguarda la loro illuminazione esiste però nomenclatura precisa e una differenza tra «zone di studio» e «categorie illuminotecniche».

La normativa di riferimento in merito, la UNI 11248 del 2016, riporta una suddivisione in zone di studio, espressione con cui s’intendono quelle parti di strada che devono essere prese in considerazione per la progettazione dell’impianto d’illuminazione: a traffico veicolare, per dispositivi rallentatori, piste ciclabili, attraversamenti pedonali, eccetera.

Seguendo inoltre la classificazione del codice della strada, la norma definisce anche le diverse categorie illuminotecniche, nozione finalizzata a stabilire la classe illuminotecnica delle diverse zone del territorio comunale. Attraverso criteri quali limiti di velocità e localizzazione, la norma identifica differenti classi di strade quali: autostrade, strade extraurbane, strade urbane, strade locali, eccetera. Ai fini del progetto è cruciale stabilire la corretta categoria illuminotecnica perché la norma prevede che il flusso luminoso possa mutare al mutare delle fasce orarie o del traffico.

In questo quadro normativo particolarmente importante è la funzione del progettista che ha l’obbligo d’individuare zone di studio, categorie illuminotecniche e analizzarne i rischi: affìdati ai Lighting Solver di Light Team e i nostri esperti ti affiancheranno nello sviluppo dell’illuminazione pubblica.

La UNI 11248 è innovativa e lungimirante in quanto punta al risparmio energetico e alla riduzione dell’inquinamento luminoso: nell’applicare la norma il progettista interverrà quindi sull’illuminazione stradale in modo economicamente ottimale, garantendo una migliore conservazione dei corpi illuminanti e l’ottimizzazione energetica.

Una soluzione interessante è l’Adaptive Lighting, cioè l’illuminazione stradale adattiva. Attraverso l’installazione di sensori, questa permette di regolare il flusso luminoso emesso dai corpi illuminanti installati a seconda del traffico, alle condizioni meteo e/o all’orario di accensione. L’illuminazione adattiva evita inutili sprechi di energia, perché la luminosità si assesta automaticamente in base alle condizioni, e grazie a questo sistema le lampade a LED riescono ad assicurare un risparmio tra il 20 e il 35%.

Una configurazione più semplice, in anello aperto, si basa invece sull’uso della cosidetta mezzanotte virtuale. Dopo un ciclo di accensioni gli alimentatori dei prodotti si tarano da sé in modo da diminuire il flusso luminoso per un periodo di tempo che inizia due ore prima della mezzanotte, per terminare tra le quattro e le sei ore dopo. In alcuni casi questo profilo è modificabile dall’utente per adattarlo alle reali esigenze illuminotecniche della strada.

Tra i nuovi partner Light Team è lieta di annunciare Goccia Illuminazione che, dal 1977, realizza prodotti unici per l’illuminazione degli esterni.
La costante crescita concentrata sullo sviluppo di questo settore ha portato l’originariamente piccola attività industriale di Poncarale (BS) a espandersi su una superficie di capannoni e uffici di oltre 8.000 metri quadrati, e a realizzare prodotti Made in Italy commercializzati in tutto il mondo.

Tra i nuovi partner Light Team è lieta di annunciare Goccia Illuminazione che, dal 1977, realizza prodotti unici per l’illuminazione degli esterni.
La costante crescita concentrata sullo sviluppo di questo settore ha portato l’originariamente piccola attività industriale di Poncarale (BS) a espandersi su una superficie di capannoni e uffici di oltre 8.000 metri quadrati, e a realizzare prodotti Made in Italy commercializzati in tutto il mondo.

Approfondimento a cura del reparto progettazione Light Team:

Si sente molto parlare di ottiche ma non è sempre chiaro di che cosa si tratti. Come si definisce un’ottica?
Un’ottica è un dispositivo in alluminio o plastica che, grazie alla sua conformazione, convoglia la luce in una direzione determinata e, soprattutto, con un determinato fascio di apertura. Si basa sul principio della parabola, che ha un punto detto “fuoco”: tutti i raggi incidenti la parabola convergono in quel punto. È il principio di funzionamento della parabola satellitare, che prevede il ricevitore proprio nel fuoco della parabola stessa.
In maniera analoga, nel campo dell’illuminazione, se si predispone una sorgente luminosa esattamente nel fuoco della parabola costituente l’ottica, tutti i raggi emessi da quella zona vengono convogliati dalla parabola, secondo la sua geometria.Quanto più viene allargata oppure ristretta la parabola, quanto più il fascio luminoso sarà a sua volta largo o concentrato. Inoltre, a seconda della sua lavorazione superficiale, una parabola può essere scabra o meno quindi più o meno riflettente.

 

Le ottiche sono legate soltanto ai Led?
No, anzi erano legate alla lampadina poi con l’introduzione dei Led la questione è cambiata poiché questi sono dotati di superfici emittenti più larghe che hanno determinato una transitoria perdita del concetto di ottica. Le ottiche sono poi tornate in auge in due modi:
– lavorando sulle micro-ottiche, cioè mettendo su ogni Led una sua singola ottica per, ad esempio, avere un’emissione luminosa concentrata in un punto;
– tornando all’uso tradizionale, cioè ponendo la parte emittente del Led nel fuoco della parabola, con la quale tornare a direzionare la luce.

 

Qual è l’utilità delle ottiche?
È fondamentale per il controllo dell’emissione della luce: indipendentemente dalla sua potenza, non è sufficiente emetterla ma c’è la necessità di direzionarla convogliandola là dove serve, a seconda dell’esigenza. Ad esempio, se ciò che si vuole illuminare è vicino, il cono d’apertura deve essere molto largo. Allontanandosi invece il cono si deve restringere, per concentrare la luce là dove serve, così come se si desidera creare un effetto luminoso per evidenziare un particolare.
L’ottica è non solo utile ma fondamentale nella progettazione illuminotecnica, perché permette di gestire la luce – ottenere degli effetti particolari, coprire determinate distanze – in modo che diversamente non sarebbe possibile.

Approfondimento a cura del reparto progettazione Light Team:

Si sente molto parlare di ottiche ma non è sempre chiaro di che cosa si tratti. Come si definisce un’ottica?
Un’ottica è un dispositivo in alluminio o plastica che, grazie alla sua conformazione, convoglia la luce in una direzione determinata e, soprattutto, con un determinato fascio di apertura. Si basa sul principio della parabola, che ha un punto detto “fuoco”: tutti i raggi incidenti la parabola convergono in quel punto. È il principio di funzionamento della parabola satellitare, che prevede il ricevitore proprio nel fuoco della parabola stessa.
In maniera analoga, nel campo dell’illuminazione, se si predispone una sorgente luminosa esattamente nel fuoco della parabola costituente l’ottica, tutti i raggi emessi da quella zona vengono convogliati dalla parabola, secondo la sua geometria.Quanto più viene allargata oppure ristretta la parabola, quanto più il fascio luminoso sarà a sua volta largo o concentrato. Inoltre, a seconda della sua lavorazione superficiale, una parabola può essere scabra o meno quindi più o meno riflettente.

 

Le ottiche sono legate soltanto ai Led?
No, anzi erano legate alla lampadina poi con l’introduzione dei Led la questione è cambiata poiché questi sono dotati di superfici emittenti più larghe che hanno determinato una transitoria perdita del concetto di ottica. Le ottiche sono poi tornate in auge in due modi:
– lavorando sulle micro-ottiche, cioè mettendo su ogni Led una sua singola ottica per, ad esempio, avere un’emissione luminosa concentrata in un punto;
– tornando all’uso tradizionale, cioè ponendo la parte emittente del Led nel fuoco della parabola, con la quale tornare a direzionare la luce.

 

Qual è l’utilità delle ottiche?
È fondamentale per il controllo dell’emissione della luce: indipendentemente dalla sua potenza, non è sufficiente emetterla ma c’è la necessità di direzionarla convogliandola là dove serve, a seconda dell’esigenza. Ad esempio, se ciò che si vuole illuminare è vicino, il cono d’apertura deve essere molto largo. Allontanandosi invece il cono si deve restringere, per concentrare la luce là dove serve, così come se si desidera creare un effetto luminoso per evidenziare un particolare.
L’ottica è non solo utile ma fondamentale nella progettazione illuminotecnica, perché permette di gestire la luce – ottenere degli effetti particolari, coprire determinate distanze – in modo che diversamente non sarebbe possibile.