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Echi del passato custodiscono la bellezza immortale del design italiano. E incontrano tecnologie moderne che danno sostanza alla forma. Da questa simbiosi nasce un altro modo di abitare il nostro presente: Italian Echoes. Icone del patrimonio iGuzzini plasmate da una nuova idea. Quella di ridefinire il futuro, un rinascimento etico ed estetico.

Rinnovate attraverso l’uso di materiali riciclati e sorgenti di luce sostenibili, queste pietre miliari di una storia partono da lontano per rivelarsi in totale armonia con un design contemporaneo che riconosce il valore eterno della traduzione estetica di una funzione tecnica, come amava definire Ponti.

ZURIGO (design Luigi Massoni 1966) rappresenta quasi un tributo alle origini di iGuzzini, quando il metacrilato termoformato diventa il vanto dell’azienda di Recanati grazie alla progettazione di un protagonista del calibro di Luigi Massoni.

POLSINO (design Gio Ponti 1968) è il frutto della collaborazione con uno dei maggiori maestri del dopoguerra, Gio Ponti, e ne identifica l’idea di design accessibile, leggero, versatile, trasportabile e adatto ad ogni contesto.

NITIA (design Rodolfo Bonetto 1971)

SORELLA (design Harvey 1972)

Gli stessi concetti sono presenti in altri prodotti, come NITIA di Rodolfo Bonetto e SORELLA di Harvey, in primo piano nell’iconica serie televisiva degli anni settanta Spazio: 1999, oltre che nel film del 1979 Moonraker

Echi del passato custodiscono la bellezza immortale del design italiano. E incontrano tecnologie moderne che danno sostanza alla forma. Da questa simbiosi nasce un altro modo di abitare il nostro presente: Italian Echoes. Icone del patrimonio iGuzzini plasmate da una nuova idea. Quella di ridefinire il futuro, un rinascimento etico ed estetico.

Rinnovate attraverso l’uso di materiali riciclati e sorgenti di luce sostenibili, queste pietre miliari di una storia partono da lontano per rivelarsi in totale armonia con un design contemporaneo che riconosce il valore eterno della traduzione estetica di una funzione tecnica, come amava definire Ponti.

ZURIGO (design Luigi Massoni 1966) rappresenta quasi un tributo alle origini di iGuzzini, quando il metacrilato termoformato diventa il vanto dell’azienda di Recanati grazie alla progettazione di un protagonista del calibro di Luigi Massoni.

POLSINO (design Gio Ponti 1968) è il frutto della collaborazione con uno dei maggiori maestri del dopoguerra, Gio Ponti, e ne identifica l’idea di design accessibile, leggero, versatile, trasportabile e adatto ad ogni contesto.

NITIA (design Rodolfo Bonetto 1971)

SORELLA (design Harvey 1972)

Gli stessi concetti sono presenti in altri prodotti, come NITIA di Rodolfo Bonetto e SORELLA di Harvey, in primo piano nell’iconica serie televisiva degli anni settanta Spazio: 1999, oltre che nel film del 1979 Moonraker

Il colore non è visibile senza luce, 

ma il colore di qualsiasi cosa si vede nella luce

Aristotele, De anima 418b

Come impariamo? Come conosciamo il mondo? Grazie all’intelletto… che funziona un po’ come la luce, avrebbe risposto Aristotele. Vediamo perché.

Secondo il filosofo l’intelletto è ciò che caratterizza l’essere umano e ha due componenti: una passiva e l’altra attiva. Se l’intelletto passivo è un computer vuoto, che può potenzialmente contenere dei documenti, l’intelletto attivo è invece la mano che scrive e archivia i file nel computer. Secondo il pensatore greco questa seconda componente della nostra mente agisce come la luce che permette di vedere i colori: essi esistono anche al buio ma senza illuminazione non si potrebbero percepire, come se non esistessero affatto.

Quanto c’è di vero in questa metafora, tanto antica quanto suggestiva? Oggi l’ottica, branca della fisica che studia i fenomeni luminosi, ci spiega che il processo con cui percepiamo i colori ha delle analogie con quel che immaginava Aristotele. Come ha dimostrato Newton, infatti, è proprio a causa dell’interazione tra gli oggetti e la luce, dalla quale i colori dipendono, che il mondo non ci appare in bianco e nero.

Progettare l’illuminazione di una scuola ha le sue specificità rispetto a illuminare un luogo di cultura o di lavoro: esploriamo questi elementi caratteristici con un approfondimento tecnico a cura di Light Team:

 

In che cosa l’illuminazione di uno spazio educativo è differente da quella di un luogo di lavoro come ufficio, ambienti che – prima facie – sembrerebbero presentare esigenze simili? 

L’illuminazione di uno spazio scolastico si differenzia da quelle di un luogo di lavoro per il tipo di fruizione e la dinamica. Mentre l’ufficio è uno spazio «democratico», nel senso che postazioni diverse hanno le medesime necessità, in aula esiste, invece, un’area di focus (cattedra e lavagna)”

 

Lo spazio educativo ha differenti esigenze e ambienti, legati anche ai diversi ordini di scuola. Richiedono progettazioni ad hoc

“É la normativa a identificare i valori di illuminamento diversi a seconda della tipologia scolastica (infanzia, primaria, secondaria o per adulti). Nel caso della scuola d’infanzia è da considerare, in particolare, che i corpi illuminanti con temperatura colore più calda favoriscono riposo e tranquillità e per le zone di riposo è importante, inoltre, un’illuminazione con luce dimmerabile. Dalla primaria in poi, invece, è fondamentale lavorare con temperature di colore più fredde che aiutano a stimolare l’attenzione di bambine e bambini e a mantenerla desta nell’arco della giornata”

 

Come si integrano luce artificiale e naturale, nei diversi momenti della giornata e per consentire l’uso di strumenti tecnologici salvaguardando la prestazione visiva durante l’attività di scrittura?

“L’intervento integrativo si gestisce attraverso strumenti di controllo, utili affinché rimangano costanti i valori di illuminamento sui banchi modulando luce artificiale a seconda di quella naturale.

Negli spazi dove vengono introdotti strumenti tecnologici come la LIM, in particolare, occorre prevedere un sistema di accensione separato che consenta di salvaguardare l’illuminazione di alcune zone (cattedra o banchi) e oscurare la zona della lavagna interattiva multimediale”

 

Come intervenire sull’illuminazione in modo ottimale in un ambito in cui i costi di manutenzione sono ingenti, come testimoniato dal fatto che l’efficientamento del patrimonio edilizio scolastico sia tra gli interventi finanziati nel PNRR?

“L’uso di prodotti LED non soltanto garantisce risparmio energetico ma minimizza anche gli interventi di manutenzione, in particolare se è associato a un sistema controllo (ad esempio da un sensore di luce a sistema centralizzato che faccia diagnostica) che regoli l’intensità luminosa incrementando ulteriormente la life time del prodotto”

 

In quale fase progettuale si inserisce l’aspetto dell’illuminazione e il servizio di Light Team?

“Nella fase di progettazione illuminotecnica soggetti come Light Team sono preziosi nell’individuare e suggerire soluzioni la miglior soluzione, tenendo in considerazione qualità, prezzo, rispetto delle più recenti norme e dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) per l’Edilizia”

Progettare l’illuminazione di una scuola ha le sue specificità rispetto a illuminare un luogo di cultura o di lavoro: esploriamo questi elementi caratteristici con un approfondimento tecnico a cura di Light Team:

 

In che cosa l’illuminazione di uno spazio educativo è differente da quella di un luogo di lavoro come ufficio, ambienti che – prima facie – sembrerebbero presentare esigenze simili? 

L’illuminazione di uno spazio scolastico si differenzia da quelle di un luogo di lavoro per il tipo di fruizione e la dinamica. Mentre l’ufficio è uno spazio «democratico», nel senso che postazioni diverse hanno le medesime necessità, in aula esiste, invece, un’area di focus (cattedra e lavagna)”

 

Lo spazio educativo ha differenti esigenze e ambienti, legati anche ai diversi ordini di scuola. Richiedono progettazioni ad hoc

“É la normativa a identificare i valori di illuminamento diversi a seconda della tipologia scolastica (infanzia, primaria, secondaria o per adulti). Nel caso della scuola d’infanzia è da considerare, in particolare, che i corpi illuminanti con temperatura colore più calda favoriscono riposo e tranquillità e per le zone di riposo è importante, inoltre, un’illuminazione con luce dimmerabile. Dalla primaria in poi, invece, è fondamentale lavorare con temperature di colore più fredde che aiutano a stimolare l’attenzione di bambine e bambini e a mantenerla desta nell’arco della giornata”

 

Come si integrano luce artificiale e naturale, nei diversi momenti della giornata e per consentire l’uso di strumenti tecnologici salvaguardando la prestazione visiva durante l’attività di scrittura?

“L’intervento integrativo si gestisce attraverso strumenti di controllo, utili affinché rimangano costanti i valori di illuminamento sui banchi modulando luce artificiale a seconda di quella naturale.

Negli spazi dove vengono introdotti strumenti tecnologici come la LIM, in particolare, occorre prevedere un sistema di accensione separato che consenta di salvaguardare l’illuminazione di alcune zone (cattedra o banchi) e oscurare la zona della lavagna interattiva multimediale”

 

Come intervenire sull’illuminazione in modo ottimale in un ambito in cui i costi di manutenzione sono ingenti, come testimoniato dal fatto che l’efficientamento del patrimonio edilizio scolastico sia tra gli interventi finanziati nel PNRR?

“L’uso di prodotti LED non soltanto garantisce risparmio energetico ma minimizza anche gli interventi di manutenzione, in particolare se è associato a un sistema controllo (ad esempio da un sensore di luce a sistema centralizzato che faccia diagnostica) che regoli l’intensità luminosa incrementando ulteriormente la life time del prodotto”

 

In quale fase progettuale si inserisce l’aspetto dell’illuminazione e il servizio di Light Team?

“Nella fase di progettazione illuminotecnica soggetti come Light Team sono preziosi nell’individuare e suggerire soluzioni la miglior soluzione, tenendo in considerazione qualità, prezzo, rispetto delle più recenti norme e dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) per l’Edilizia”